Cos’è il Remarketing: in cosa consiste questa strategia pubblicitaria diretta agli utenti che hanno già dimostrato interesse verso il proprio brand.
Per qualunque attività imprenditoriale, sia un’azienda che il piccolo lavoratore autonomo, la presenza nel settore online rappresenta un aspetto alquanto fondamentale. Il web infatti è considerato un approdo essenziale per le sorti del proprio business. Sfruttarne le opportunità vuol dire mantenere un livello di competitività elevato, in modo tale da rimanere protagonista nel mercato di riferimento.
Le soluzioni da poter adottare sono ampie e variegate, ognuna con una caratteristica peculiare dalla quale poter trarre grossi benefici. Tra le tante tecniche che si possono mettere in atto troviamo certamente il Remarketing.
Per Remarketing si intende una strategia pubblicitaria rivolta prettamente a quella fascia di utenti che hanno già presentato un certo trasporto in merito ai servizi o prodotti che l’azienda (o il singolo professionista) offre. Si tratta di soggetti che hanno già visionato la pagina web (o uno dei social di riferimento) e che non hanno raggiunto uno degli step prefissati dal venditore:
E’ il mezzo ideale per poter giungere ad una conversione, spingendo l’utente a ritornare nel proprio sito e portando a termine uno degli obiettivi sopraelencati.
Questi sono soltanto alcuni precisi esempi. Rispetto al classico modo di intendere la pubblicità vi è una differenza. Tale strumento infatti non è finalizzato all’incremento delle visualizzazioni o alla crescita delle interazioni sulla propria pagina.
Non si tratta di andare alla ricerca di nuovi consumatori, ma il focus principale è quello di fare diventare clienti quelli che sono già interessati a ciò che si sta offrendo o spingerli al raggiungimento appunto di una conversione.
Naturalmente non siamo di fronte ad una pubblicità invasiva, tale da arrecare un disturbo alla persona che la osserva. L’utente ha dimostrato anteriormente il proprio interesse verso il brand o articolo proposto. Di conseguenza questo sistema verrà percepito alla stregua di un servizio che gli viene messo a disposizione, e non come un obbligo.
Questa tecnica di advertising, conosciuta anche col termine di retargeting, è strettamente collegata, e quindi successiva nell’arco temporale, all’azione iniziale dell’utente che ha visualizzato una pagina del sito o che ha richiesto informazioni tramite il servizio clienti (denotando quindi un senso di coinvolgimento). Bisogna quindi non far svanire l’appeal agli occhi del consumatore il quale non è certo ritorni nel sito visionato in precedenza.
Dopo aver visto cos’è il remarketing è tuttavia necessario andare a vedere quali siano le modalità con le quali viene messo in atto. In questo frangente giocano un ruolo fondamentale i coockie, ossia i dati che il sito immagazzina sul dispositivo del soggetto che sta navigando per eseguirne l’identificazione. Non appena un utente entra in una pagina o un social, questi file di testo si legano al motore di ricerca adoperato (Crome, Safari, Mozilla ecc.) e avviano un’attività di tracciamento, andando ad osservare le azioni che egli compie nelle altre piattaforme presenti online. Lo schema si può riassumere nel seguente schema
Il codice, creato per avviare una campagna di advertising, ne traccia le azioni senza arrecare nessun problema, in quanto la navigazione non ne risentirà minimamente.
Per avviare le attività di Remarketing cookies bisogna affidarsi a specifici fornitori. Quello più conosciuto è sicuramente Google Ads, con i banner pubblicitari illustranti il prodotto o servizio pubblicati grazie al codice erogato dai coockies. Tali annunci ovviamente vengono presentati a chi ha in precedenza visto il sito.
Tra gli altri possiamo citare AdrRoll, utile per il eseguire il Remarketing su Facebook, mostrando all’interno di questo social l’annuncio pubblicitario.
Il “rientro alla base” può essere sollecitato inoltre attraverso altre opzioni utili per incentivare l’acquirente all’acquisto.